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17/11/2021

Confronto tra CAM e rating systems

I rating systems o Environmental Assessment Tools sono letteralmente degli strumenti di valutazione ambientale.

L’edilizia sostenibile usa degli specifici sistemi di misura e valutazione, alcuni sviluppati a livello nazionale come CasaClima Nature e Itaca, altri riconosciuti a livello internazionale e comunemente utilizzati anche in Italia come gli statunitensi protocollo LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) e Living Building Challenge di ILFI (International Living Future Institute) e l’inglese BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method). Si tratta di sistemi a punteggio che valutano e certificano le prestazioni degli edifici non solo dal punto di vista energetico, ma anche in relazione agli impatti sull’ambiente e sulla salute e il benessere delle persone che ci vivono. La certificazione da ente terzo non solo garantisce la qualità del processo di valutazione basato su metodologie condivise e imparziali, ma permette anche di comunicare il livello prestazionale raggiunto dalla certificazione.

Ci sono poi protocolli di certificazione che valutano gli edifici rispetto ai concetti di benessere e sicurezza oppure alla connettività digitale, spesso utilizzati in abbinamento ai rating system dedicati ai progetti di sostenibilità ambientale, quali: WELL, WELL Health-Safety Rating, RESET Air o WiredScore. WELL in particolare, valuta il comfort e il benessere degli occupanti allo scopo di migliorarne la vita, spaziando dal comfort acustico, termo-igrometrico e visivo all’alimentazione e all’attività fisica.

I rating systems sopra citati, come ad esempio la certificazione LEED e la certificazione BREEAM ecc., il cui utilizzo è ormai consolidato anche a livello nazionale da oltre 10 anni, inquadrano molto chiaramente i requisiti da rispettare e la documentazione da produrre per dare evidenza di conformità e definiscono un livello di certificazione facilmente e chiaramente comunicabile al pubblico.

I Criteri Ambientali Minimi – CAM edilizia invece, raccolgono un insieme di requisiti obbligatori riferibili alle prestazioni ambientali. Per meglio chiarire, i CAM non sono una certificazione, non valutano il livello di sostenibilità ambientale, non danno indicazione di un livello di prestazione dell’opera. Non essendo un sistema di misura e valutazione, non sono sottoposti a verifica da parte di ente terzo e non danno garanzia sulla qualità del processo di valutazione basato su metodologie condivise e imparziali e su documentazione e supporti condivisi e adeguati.

I Criteri Ambientali Minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici (adottati con DM 24 dicembre 2015 2015, G.U. n. 16 del 21 gennaio 2016) costituiscono un obbligo normativo secondo l’art. 34 del Codice dei Contratti.

L’impianto normativo introdotto con le disposizioni legislative previste nei CAM mira ad attuare l’approccio degli Acquisti Verdi o GPP (Green Public Procurement). Come statuito dalla Commissione Europea, infatti, “le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”.

I CAM riportano delle indicazioni generali volte a indirizzare gli enti pubblici verso una razionalizzazione dei consumi e degli acquisti e forniscono delle “considerazioni ambientali”, collegate alle diverse fasi delle procedure di gara volte a qualificare dal punto di vista della riduzione dell’impatto ambientale gli affidamenti e le forniture lungo l’intero ciclo di vita del servizio/prodotto. La versione corrente dei CAM, che costituisce il riferimento per lo sviluppo della presente relazione, è quella dell’11 ottobre 2017 (G.U. Serie Generale n. 259 del 6 novembre 2017).

Tra i vari criteri, il C.A.M. 1.2 Indicazioni generali per la stazione appaltante prevede che: “[…] A tal fine, la stazione appaltante può trovare utile selezionare i progetti sottoposti ad una fase di verifica valida per la successiva certificazione dell’edificio secondo uno dei protocolli di sostenibilità energetica ed ambientale degli edifici (rating systems) di livello nazionale o internazionale (alcuni esempi di tali protocolli sono: BREEAM, Casaclima, Itaca, LEED, WELL). Per meglio chiarire il ruolo di tali protocolli va detto che questi sono diversi tra loro e non contengono tutti i criteri presenti in questo documento o anche quando li contengono, non richiedono sempre gli stessi livelli di qualità e prestazione presenti nel presente documento di CAM, per cui la stazione appaltante potrà usare tali protocolli per verificare la rispondenza ad un criterio solo se, per

l’assegnazione della certificazione, sono compresi i requisiti di cui ai criteri inseriti nel presente documento di CAM con livelli di qualità e prestazioni uguali o superiori.”

Quindi è necessario di volta in volta, valutare se i protocolli utilizzati hanno livelli di qualità e prestazioni uguali o superiori ai criteri CAM.

Ad esempio se si mette a confronto il criterio C.A.M. 2.3.4 Risparmio idrico con il prerequisito e credito LEED WEpc Indoor water use reduction si noterà che il credito LEED risulta più restrittivo rispetto al criterio CAM. Quest’ultimo si basa sulle norme nazionali, mentre le prescrizioni LEED pongono dei limiti di flusso più restrittivi a seconda del livello di prestazione che si vuole ottenere e premia il riuso delle acque piovane.

Se invece si confronta il criterio C.A.M. 2.4.1.2 Materia recuperata o riciclata con il credito LEED MRc BPD&O – Sourcing of raw materials, emerge che entrambi i protocolli incentivano l’utilizzo di materiali con contenuto di riciclato, ma differiscono nei documenti comprovanti; ad esempio per LEED è sufficiente un’autodichiarazione del produttore, mentre per i CAM è obbligatorio presentare una certificazione rilasciata da un organismo di valutazione. Il protocollo LEED inoltre, non prescrive un contenuto minimo di riciclato per il singolo materiale, ma sul totale dei materiali installati valutandolo sulla percentuale di costo, mentre i CAM sull’incidenza del peso.

Altro esempio è il criterio C.A.M. 2.4.2.9 Isolanti termici ed acustici con il credito LEED MRc BPD&O – Environmental product declarations, per cui in entrambi i protocolli viene incentivato l’utilizzo di materiali certificati, ma i documenti comprovanti richiesti sono differenti. Inoltre il criterio CAM richiede delle verifiche in merito a ritardanti di fiamma, catalizzatori al piombo, etc., non previste per LEED.

Nonostante la possibilità data alle Stazioni Appaltanti di poter selezionare i progetti sottoposti ad una fase di verifica valida per la successiva certificazione dell’edificio secondo uno dei protocolli di sostenibilità energetica ed ambientale degli edifici (rating systems) di livello nazionale o internazionale (quali: BREEAM, Casaclima, Itaca, LEED, WELL) spesso da una verifica puntale emerge che i criteri CAM differiscono con i “criteri” dei protocolli. Inoltre spesso le tempistiche dei lavori e della certificazione non sono allineate e ai costi dell’opera è necessario considerare anche i costi aggiuntivi per la certificazione (BREEAM, Casaclima, Itaca, LEED, WELL).

Dall’altra parte però certificare con un rating system significa avere una certificazione di parte terza; uno strumento “rodato” dove requisiti e documentazione è definita chiaramente, una certificazione comparabile a livello internazionale e un incremento del valore commerciale.
Non si tratta quindi di scegliere tra uno o l’altro, bensì l’opportunità di integrare i due strumenti, CAM e rating systems, per promuovere uno sviluppo sostenibile: “[…] uno sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”.

 

autore: arch. Paola Moschini – Macro Design Studio