Gli acquisti pubblici rappresentano in Italia circa il 17% del Prodotto Interno Lordo (PIL) e circa il 14% nei Paesi dell’Unione Europea (UE), con un impatto economico pari a 1.8 trilioni di euro. Queste cifre identificano la Pubblica Amministrazione (PA) come un grande consumatore, riconoscendole quindi la concreta capacità di influenzare il mercato tramite le proprie procedure di acquisto di beni, servizi o lavori.
Partendo da questa consapevolezza, la Commissione Europea (CE), con la Comunicazione n. 302, ha invitato gli Stati membri a dotarsi di Piani d’Azione Nazionali (PAN), allo scopo di integrare le esigenze ambientali negli appalti pubblici mediante il processo di Green Public Procurement (GPP), i cosiddetti acquisti verdi della PA.
Le indicazioni della CE sono state recepite dallo Stato italiano attraverso la Legge Finanziaria del 2007, che ha dato mandato al Ministero dell’Ambiente (MATTM) di elaborare, previo un ampio processo di consultazione con tutte le parti interessate, il Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione (PAN GPP).
Scopo del Piano è massimizzare la diffusione del GPP presso gli enti pubblici e attraverso l’individuazione degli obiettivi nazionali e l’identificazione delle categorie di beni, servizi e lavori di intervento prioritarie per gli impatti ambientali. Per ogni categoria vengono poi definiti i relativi Criteri Ambientali Minimi (CAM), che, a prescindere dal bene o dal servizio specifico cui sono dedicati, indicano le misure tecniche necessarie per garantire l’integrazione delle esigenze di sostenibilità ambientale nelle procedure d’acquisto della PA.
Gli acquisti verdi, o GPP, vengono indicati dall’UE come uno degli strumenti di politica ambientale attraverso cui perseguire gli obiettivi dell’Environment Action Program (EAP), le cui finalità principali sono la protezione, la conservazione e la valorizzazione del capitale naturale dell’UE; la transizione dell’Unione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, efficiente nell’utilizzo delle risorse ambientali, verde e competitiva; la salvaguardia dei cittadini dell’Unione dalle pressioni ambientali e dai rischi ad esse legati per la salute e il benessere.
La definizione di GPP racchiude in sé una serie di implicazioni che, a prima vista, potrebbero non emergere chiaramente. Gli acquisti verdi, infatti, possono essere un importante strumento non solo per la diffusione delle politiche ambientali, ma anche:
- per il miglioramento della qualità di vita della popolazione
- per la promozione dell’innovazione tecnologica, favorendone la diffusione nel mercato privato in tempi significativamente più brevi, e la conseguente riduzione del costo delle tecnologie amiche dell’ambiente
- per la crescita di un mercato e di una cultura più attente alle esigenze ambientali ed in grado di valutare non solo gli aspetti legati alla progettazione, alla produzione e all’uso fino allo smaltimento del bene o servizio acquistato, ma anche ai costi effettivi per l’intera collettività
- per il contenimento della spesa pubblica, stimolando il confronto dei beni non solo in base al loro costo di produzione, ma in relazione all’intero ciclo di vita, integrando così anche i costi indiretti, connessi all’utilizzo e allo smaltimento del prodotto stesso;
- per includere, negli appalti pubblici, anche gli aspetti etico-sociali fondamentali riconosciuti su scala internazionale.
Nonostante siano numerosi i benefici ascrivibili alla diffusione e all’implementazione nel settore pubblico di procedure di acquisto verdi, le buone pratiche del GPP fanno tutt’ora grande fatica a conquistare la diffusione che meriterebbero.